Onorevoli Colleghi! - La bilancia valutaria turistica italiana ha oggi purtroppo un trend negativo. L'Italia ha perso, negli anni 2001-2003, 3.000 miliardi delle vecchie lire con un impoverimento del nostro Paese, una riduzione dei livelli occupazionali e una perdita di competitività dei sistema italiano.
L'anno 2003 ha visto per l'Italia una perdita di oltre 1.200 miliardi delle vecchie lire (-2,2 per cento) dei propri ricavi valutari per il turismo estero, oltre ai 770 milioni di euro già persi nel 2002. Queste tendenze negative non hanno conosciuto significativi cambiamenti di segno negli anni più recenti.
Il turismo internazionale che arriva in Italia è di particolare rilievo. Basti sottolineare che rappresenta circa il 35 per cento dell'attività delle 250.000 imprese turistiche del Paese, produce un fatturato di circa 28 miliardi di euro (oltre un terzo del fatturato globale del turismo, dei viaggi e delle vacanze in Italia) e circa 700.000 posti di lavoro, diretti e indiretti e assicura un gettito fiscale di circa 14 miliardi di euro.
A fronte di tali dati, e all'ormai consolidata convinzione che il turismo estero è una delle risorse reali potenziali più importanti dello sviluppo economico del Paese, appaiono del tutto inadeguati e irrilevanti gli investimenti per la promozione dell'industria turistica e per la sua internazionalizzazione.
Occorre quindi un deciso intervento:
per interrompere questo trend negativo;
per fare recuperare competitività al nostro Paese;
per recuperare una impostazione economica manageriale;
per non confidare solo sulla storia e sulle bellezze naturali del nostro Paese,
per individuare settori specifici di business che contribuiscano alla destagionalizzazione del turismo;
per dare continuità, nei periodi di bassa stagione, alle attività turistiche ricettive, ai servizi e alla vendita del prodotto Italia in genere.
Uno dei settori strategici a questi fini è costituito dal grande business del golf, che purtroppo è oggi interpretato in Italia come attività per pochi «abbienti».
Il golf in Italia, infatti, non ha ancora raggiunto un adeguato livello di sviluppo, comparabile a quello di altri Paesi a noi vicini per storia e attitudini culturali.
Questa arretratezza è dovuta in buona parte alla mancanza di una seria politica volta a incentivare e diffondere la pratica del gioco del golf e allo sviluppo di questo business, legata alla scarsa consapevolezza delle opportunità che il golf offre allo sviluppo economico del nostro Paese.
La carenza di fondo è tuttavia individuabile nella mancanza di una politica volta a delineare in maniera precisa le procedure e i contesti in cui costruire nuovi campi e strutture da gioco, nonché, a determinate condizioni, a creare adeguati incentivi affinché l'imprenditoria, pubblica e privata, sia motivata a investire tempestivamente in questa importante attività sportiva, turistica e di impianti. Occorre diffondere con maggiore vigore la cultura del gioco del golf fra il pubblico e la percezione della sua importanza quale fondamentale volano per lo sviluppo economico e turistico di alcune aree del Paese.
Il gioco del golf rappresenta inoltre una occasione straordinaria per la riconversione di aree industrialmente dismesse, nonché per aree agricole, anch'esse in fase di abbandono e scarsamente utilizzate.
L'introduzione di misure volte a diffondere la conoscenza del golf tra il pubblico e a razionalizzare gli incentivi e le procedure per la realizzazione di nuove infrastrutture deve tuttavia fondersi con la necessità di «democratizzare» il golf, nel senso di stabilire iniziative affinché i costi per la pratica di questo sport possano essere resi sostenibili anche da persone che dispongono di una capacità di spesa medio-bassa, e soprattutto fra i giovani.
Nella presente relazione si articoleranno gli elementi qui esposti, dimostrandone la validità e giungendo alla conclusione che la diffusione organizzata delle strutture del gioco del golf nel nostro Paese rappresenta una straordinaria occasione di sviluppo economico nel campo turistico, delle infrastrutture e dei servizi.
La situazione attuale in Italia.
Nel mondo giocano a golf circa 61 milioni di persone ed esistono circa 33.700 campi da golf.
In Europa giocano a golf circa 6,5 milioni di persone ed esistono circa 6.200 campi da golf.
In Italia risultano essere iscritti alla Federazione italiana golf circa 70.000 persone ed esistono circa 286 campi da gioco per il golf.
In Europa una persona su cento gioca a golf, mentre la media di giocatori per campo da golf è di 1.048 giocatori per campo.
In Italia gioca a golf soltanto una persona su mille e la media di giocatori è soltanto di circa 228 giocatori per campo con un valore negativo, secondo alcune fonti, nel 2003 comparato all'anno 2002.
La situazione odierna è caratterizzata da un contesto di presenza di campi da golf distribuiti in modo assolutamente prevalente, quasi esclusivo, nelle zone settentrionali del nostro Paese. Il sud, da questo punto di vista, è assolutamente carente di strutture golfistiche. Esiste un solo campo da golf in Sicilia (a 800 metri sul livello del mare).
I campi da golf esistenti nel nostro Paese sono prevalentemente rivolti a un concetto di pratica del gioco ancora di carattere ristretto e, per così dire, elitario. Le attuali strutture non sono state costruite secondo una priorità volta alla valorizzazione del turismo, del relativo
Alcuni brevi cenni alle situazioni internazionali a noi più vicine.
Leader indiscusso nel mercato turistico-golfistico europeo è la Spagna. Questo Paese ha raccolto nell'ultimo decennio i risultati di una massiccia promozione iniziata negli anni '60.
La sola Costa del Sol può contare su quaranta campi da golf dislocati in trentadue circoli, per questo motivo è stata ribattezzata la Costa del Golf. Essa ha registrato nel 2000 ben 517 milioni di euro di entrate direttamente dipendenti dall'attività golfistica e dal turismo ad essa collegata. Il golf ha generato direttamente la creazione di più di 30.000 posti di lavoro in tutta la Costa del Sol ma si calcola che, considerando l'indotto, siano state coinvolte dal golf circa ben 200.000 persone, di queste 8.325 hanno lavorato nel 2000 nel settore del golf nella zona di Malaga.
Circa l'80 per cento dei golfisti della Costa del Sol sono stranieri.
Il turismo da golf in Spagna rappresenta alcuni punti in percentuale delle entrate turistiche annuali.
Migliaia di miliardi di vecchie lire è il fatturato della Spagna in questo settore.
I beneficiari di queste entrate sono in minima parte i campi da golf veri e propri (circa il 15 per cento), nella restante parte le strutture turistiche generali: tour operator, alberghi, ristoranti e servizi in genere.
L'occupazione degli alberghi della Costa del Sol è salita dal 48,23 per cento medio del 1991, al 75,65 per cento del 2000.
Il golf in Spagna si è sviluppato soprattutto grazie a Turespana, l'ente turistico nazionale, che ha agito attraverso molteplici sponsorizzazioni.
Il turista-golfista che va in Costa del Sol ha un'età media fra i quarantacinque ed i sessanta anni, soltanto il 9 per cento ha un'età inferiore ai trenta anni. Gli uomini sono il 65 per cento, le donne il restante 35 per cento.
Nelle isole Baleari, nel 1998, sono state dichiarate di interesse sociale le istallazioni di campi da golf sub suolo non edificabile, e sono state autorizzate le costruzioni di alberghi da 450 posti con minimo quattro stelle e di club house più piccole di 2.000 metri quadrati. I giocatori stranieri presenti alle Baleari sono per il 60 per cento tedeschi, per il 15 per cento inglesi e per il 10 per cento svedesi. Le attività legate al golf hanno contribuito in modo importante, nelle Baleari, al miglioramento della immagine turistica delle isole.
La spesa media di un turista golfista nelle Baleari è di 170 euro al giorno, contro i 55 euro di un turista non golfista.
Si considera, secondo alcuni calcoli, che la spesa del turista golfista in Italia a latere delle spese del gioco non sia inferiore a centinaia di euro al giorno.
In Gran Bretagna sono stimati circa 4.000.000 di giocatori e circa 2.500 campi da gioco.
I golfisti britannici effettuano vacanze di gioco preferendo, nell'ordine, i seguenti Paesi: Spagna, Portogallo, Francia e Stati Uniti. La vacanza di gioco viene vissuta come una seconda vacanza, effettuata prevalentemente nei mesi di maggio, aprile e settembre. Secondo un sondaggio effettuato nel 2003-2004, i golfisti orientano la scelta in base a: costo, convenienza, possibilità di scelte multiple di campo, qualità e bellezze del Paese. Vi devono essere quindi un pacchetto tutto compreso a prezzo conveniente, un albergo vicino al campo da golf,
Una sintesi: la proposta del golf turistico e dei distretti del golf.
Da quanto esposto possiamo schematicamente catalogare i campi da golf in alcune tipologie:
a) campi esclusivamente privati;
b) campi pubblici pay and play;
c) campi turistici senza soci, o con soci giornalieri;
d) golf resort.
La presente proposta di legge si focalizza sulle tre ultime categorie. Esse rappresentano in primo luogo una formidabile occasione per l'incremento dei flussi turistici legati al gioco del golf.
Vi è inoltre l'esigenza di avvicinare nuove persone a questo gioco, in particolare i giovani, attraverso iniziative promozionali e conoscitive, ma soprattutto attraverso una «democratizzazione» degli accessi ai campi, e un abbassamento delle tariffe giornaliere di gioco.
La nostra penisola è oggetto di flussi turistici massicci d'estate, per quanto riguarda le coste marine, e, in inverno, per quanto riguarda gli impianti sciistici. Questi flussi sono quindi drammaticamente squilibrati su base annuale, esistono periodi, quali le mezze stagioni, in cui le strutture sono sottoutilizzate. Le strutture turistiche sono oggetto di «assalto» durante i weekend o particolari festività, i cosiddetti «ponti», mentre rimangono deserte durante la settimana.
I giocatori di golf rappresentano una opportunità formidabile per destagionalizzare le presenze turistiche. Essi, infatti, per le caratteristiche climatiche della penisola, e per le peculiarità del gioco, sono per forza di cose portati a giocare in Italia quando non fa troppo caldo o troppo freddo sui campi. La bellezza dell'ambiente e del paesaggio, percepita e voluta dai giocatori, trova la sua epifania proprio in primavera o in autunno.
I turisti giocatori, per la loro tipologia, hanno inoltre presenze abbastanza slegate dalla contingenza di ponti e di weekend.
Attraverso l'incremento del golf turistico si presenta l'occasione per riequilibrare e «spalmare» i flussi turistici su una parte ben più ampia del calendario.
La creazione di nuove strutture per il golf rappresenta inoltre uno strumento importante di salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio, ma anche di pianificazione di area vasta e di pianificazione e riconversione urbanistiche.
I distretti del golf.
L'ampliamento delle infrastrutture del golf in Italia, in conclusione, deve orientarsi verso nuove strutture in grado di rivolgersi a un pubblico più vasto, in larga parte rappresentato dai turisti del golf.
I nuovi campi, tuttavia, devono essere in grado di offrire l'intera gamma di servizi ricreativi richiesti oggi dai parametri turistici moderni, in grado quindi di reggere il confronto con le realtà internazionali che ci circondano. Basta vedere quello che stanno facendo Paesi come Spagna, Portogallo, Francia oppure Tunisia, Marocco o i Paesi in via di sviluppo.
Ciò significa, in primo luogo, che la pianificazione di queste infrastrutture deve avere ben fermo il criterio di tendere alla migliore integrazione possibile con gli altri servizi turistici diffusi sul territorio: l'ospitalità, la ristorazione, la cultura, lo sport, la balneazione. L'esperienza internazionale ha dimostrato che occorre un ulteriore importante elemento per il successo turistico di queste strutture: occorre che diversi campi da gioco siano costruiti, in qualche modo, «in rete», ovvero a una distanza fra di loro tale da permettere ai giocatori di poter variare il campo di gioco durante il periodo del loro soggiorno-vacanza. I giocatori amano spostarsi da un campo all'altro, anche per poter fare una «gita» e visitare una porzione diversa del territorio in cui trascorrono le loro vacanze. Questo significa poter disseminare sul territorio i benefìci economici di tale presenza turistica. Si tratta, insomma, di veri e propri circuiti del golf.
In questo senso, un sistema collegato di campi da gioco rappresenta un atout fondamentale per il successo delle strutture, e tale sistema, presentando molte analogie con quello dei distretti, può essere definito il «sistema dei distretti del golf».